Il Castello di Sirmione: il fascino di un antico porto fortificato
La darsena è una costruzione fortificata che ha caratterizzato l’architettura portuale di tutt’Europa. Uno dei pochi esempi ancora completamente intatti si trova in Italia, a Sirmione.
Il termine “darsena” deriva dall’arabo dār al-sinā’a, “stabilimento industriale”, fu utilizzato poi a Venezia per indicare sia la “darsena” sia un “arsenale”. È solo nel corso del XIV secolo che i due termini iniziano a distinguersi: la darsena identifica più correntemente un luogo fortificato mentre l’arsenale i locali coperti necessari per il rimessaggio e le riparazioni dei natanti.
La darsena sirmionese non fu la prima costruzione del genere, né la più maestosa, né probabilmente introdusse alcuna innovazione morfologica, ma essa è la più antica in Italia e tra le più antiche in assoluto.
Rare sono infatti le strutture di questa tipologia ancora esistenti.
Nel Mediterraneo orientale è pressoché intatto l’arsenale turco di Alanya, la Kalonoros dei bizantini: qui ‘Alā’ al-Dīn Qayqubād (1219-1237) fece costruire un monumentale cantiere navale protetto da due torri, la Kızıl Kule “Torre Rossa” a nord e quella detta ora Tophane a sud.
A Salé, sulla costa atlantica del Marocco, a brevissima distanza da Rabat, rimane solo la porta d’accesso al bacino di carenaggio.
A Barcellona è ancora visibile l’arsenale fatto costruire da Pietro III, in parte ultimato nel 1381.
Tornando in Italia, l’arsenale di Venezia, che si ritiene tradizionalmente fondato nel 1104, non conserva più nulla del suo aspetto medievale, a causa dei ripetuti aggiustamenti resi necessari dalla crescita economica della Serenissima. Ciò che possiamo ricostruire è però documentato da una pianta della Chronologia magna, che mostra l’arsenale nell’assetto anteriore al 1325: difeso da una cinta muraria a pianta rettangolare e collegato alla laguna da un canale artificiale.
Un altro esempio all’interno del territorio nazionale è il porto della darsena di Genova. Fu realizzato nel 1238 e munito nel 1321 di torri di difesa. Tuttavia già nel 1471 la struttura era quasi in rovina e oggi non rimane nulla della realtà architettonica del XIII-XIV secolo.
Oltre che come porto, le darsene venivano realizzate anche come protezione della città dalla parte del mare, sebbene nel Basso Medioevo a questa esigenza provvedessero direttamente le forze navali.
La darsena di Sirmione, quindi, è un porto fortificato, che segue il modello documentato sia a Venezia che e Pisa, ma privo delle strutture di cantiere che caratterizzano gli arsenali medievali, come la stessa Tersena pisana.
Seguendo la struttura tradizionale, i lunghi bracci nord e sud sono intervallati da due torrette, mentre due torri angolari guardano il lago a est. Quella adiacente all’imbocco non è scudata, ovvero non è aperta sul lato interno, ma chiusa sui quattro lati.
La sua architettura è semplice, anche perché lacuale e non marina, ma la sua integrità e il suo ottimo stato di conservazione, in pianta e in alzato, la rendono il più antico esempio di architettura portuale sopravvissuto in Italia.
La sua datazione può essere facilmente circoscritta tra il 1351, anno in cui gli Scaligeri ottennero il vicariato imperiale sul lago di Garda, e gli anni Settanta, poiché gli stemmi murati sui prospetti esterni delle due torri sono di Antonio della Scala, al quale ne spetta quasi certamente la costruzione o il completamento.
Interessante è la menzione che ne viene fatta da Marino Sanuto nella sintetica descrizione di Sirmione contenuta nell’Itinerario per la Terraferma veneziana: «Questo locco è situado tuto in aqua, solum da una banda ch’è poco di terra et à do ponti levadori. Qui è habitato di pescaori de carpioni e trute; à uno loco davanti dove aqua vi entra, par uno arsenal; fu facto per tegnir gallie et fuste» (tipi di imbarcazione).
Alla metà del XIX secolo la darsena non versava in buone condizioni e risultava interrata da detriti accumulatisi nei secoli. Anche per questo motivo, nei primi anni del Novecento il Comune di Sirmione pensava di trasformarla in un giardino: un imponente sterro di circa 3.200 mc di materiali (per un’area di oltre 2.000 mq) fu realizzato invece nel 1920 dalla Soprintendenza ai Monumenti, alla quale dobbiamo l’aver preservato il fascino della fortificazione lacuale.