La Direzione regionale Musei Lombardia si fa in tre per l’accessibilità
È dell’agosto 2022 la nuova definizione di museo elaborata da ICOM, l’International Council of Museums.
Vi si legge: “aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”.
Queste parole contengono molto: l’idea che i musei debbano essere per tutti, nessuno escluso, in grado di diversificare le proprie offerte, con l’intento di essere luoghi piacevoli e illuminanti.
La Direzione regionale Musei Lombardia ha a cuore questo tema da tempo, avendo bene in mente l’art. 3 della nostra costituzione, secondo cui “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale […] è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine […] sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, così come la ricca normativa nazionale e internazionale che sostiene le politiche dell’accesso e il diritto alla fruizione del patrimonio culturale.
Questo ha voluto dire, nel tempo, l’attivazione di strumenti, proposte, risorse per fare sì che ciascuno, con la propria identità, le proprie particolarità, i propri punti di fragilità ma anche la propria vivacità intellettuale, potesse entrare nei tredici musei che fanno capo alla Direzione regionale Musei Lombardia e ne uscisse arricchito di una nuova esperienza.
Ora, nel 2023, ci piace raccontare di tre progetti che sono “work in progress”, che vanno a segnare in modo forte e sempre più attento l’impegno della Direzione regionale Musei Lombardia verso l’accessibilità.
Ci siamo fatti in tre, per raggiungere tutti.
1. AISM WELCOME
Quante persone conoscono la sclerosi multipla nella sua evoluzione clinica? Si passa dall’autonomia a difficoltà motorie di vario tipo, che spesso rendono molto complesso muoversi senza aiuti nella città, andare a un ristorante, visitare un parco, fare acquisti, entrare in un museo. L’associazione italiana sclerosi multipla sta mappando con il progetto “Easy Go Out” molti luoghi del territorio e da un felice incontro con la Direzione regionale Musei Lombardia è nata l’idea di stipulare un protocollo d’intesa tra le due istituzioni che mette al centro due priorità: la mappatura dei 13 musei della Direzione regionale Musei Lombardia, iniziata con il Museo del Cenacolo Vinciano e ora in corso di elaborazione per gli altri siti museali, e la coprogettazione di iniziative rivolte alle persone con sclerosi multipla, ai loro familiari e ai loro caregivers, che promuovano e rendano possibile una frequentazione autonoma del museo, insieme a iniziative dedicate, per rompere il muro che da tempo ha tenuto le persone con difficoltà motorie distanti dai musei.
2. MUSEI POLISENSORIALI
Può il museo essere una palestra di crescita, un luogo privilegiato di sperimentazione, al di là della consueta esplorazione visiva? È quanto accade in un ambizioso progetto, dal titolo “musei polisensoriali” che vuole da subito mettere in campo nuove sollecitazioni che aggirino la distinzione tra persone abili e persone con disabilità. Stiamo lavorando a strumenti e strategie comuni che invitino tutti, quale sia l’età, la competenza, la fragilità, a confrontarsi con i musei, per rinegoziare un’immagine di museo capace di reinventarsi e di mettere il patrimonio culturale ai primi posti nelle esperienze da desiderare e da condividere. Quanto questo orizzonte stia a cuore anche al MIC è testimoniato dal fatto che musei polisensoriali sarà realizzato grazie a finanziamenti PNRR della Direzione generale Musei.
3. MI LEGGO LA MIA STORIA
Le difficoltà di accesso al linguaggio, la fatica del suo utilizzo sono molto diffuse. Certo, riguardano bambini e bambine con disturbi della sfera dell’autismo, ma anche i “NAI”, ragazzi da poco arrivati in Italia, o chiunque abbia difficoltà cognitive e linguistiche, adulti, anziani, migranti. Il titolo “mi leggo la mia storia” viene dalla strategia utilizzata, quella della comunicazione aumentativa alternativa, che associa parole e simboli per raccontare il mondo che ci circonda, le azioni che compiamo, i nostri sentimenti, creando strumenti che possono essere anche utilizzati in autonomia da persone che ne possano beneficiare.
Tutto questo include il racconto dei luoghi della cultura. Il progetto raccoglie molte competenze: la competenza specialistiche della Direzione regionale Musei Lombardia (archeologia, storia dell’arte e dell’architettura, museologia) la progettazione scientifica di Associazione Storia Buffa ETS, attiva nel settore dell’età evolutiva quale supporto alla crescita psicosociale e all’inclusione, il supporto del Lions Club “Le Mura” di Bergamo, il contributo formativo di tecnici dell’accessibilità e terapiste della neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
Due i luoghi scelti, in un gemellaggio virtuoso: Bergamo e Brescia, nel 2023 “capitale della cultura”; due i percorsi approfonditi: otto opere che si incontrano, a Bergamo, passeggiando in città, tra cui le mura – sito Unesco – e a capo di ponte il parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane, anch’esso sito Unesco, dove abbiamo raccontato otto incisioni presenti su diverse rocce. Abbiamo scritto i testi, interessanti ma non complessi, li abbiamo tradotti grazie a questi importanti esperti in CAA, formeremo a settembre i docenti della scuola primaria con due corsi, uno in ogni città, e poi seguiremo i docenti nell’uso dei testi in CAA. L’obiettivo? Aprire i luoghi della cultura a tutti, distribuire gratuitamente al mondo della scuola, delle famiglie e delle guide questi supporti e incoraggiare per tutti un nuovo sguardo, accompagnato ma autonomo, all’arte di ogni tempo.