Un capolavoro di Cesare Tallone nelle collezioni di Accademia Carrara di Bergamo, grazie alla Direzione regionale Musei Lombardia e al MiC
Dopo la generosa assegnazione nel 2020 del Ritratto di gentiluomo di Fra Galgario, ad Accademia Carrara è stata affidata in comodato d’uso un’altra opera acquisita dal Ministero della Cultura, sempre grazie alla mediazione della Direzione regionale Musei Lombardia: Ritratto del pittore bergamasco Carlo Ferrari (1890-1899 circa) di Cesare Tallone (1853-1919), già appartenuto alla collezione Luigi Agliardi di Bergamo.
Il dipinto, firmato in basso a destra, è stato acquistato dal MiC per affidarlo alla Direzione regionale Musei Lombardia che, in un circuito virtuoso orientato alla valorizzazione dell’opera, ha individuato in Accademia Carrara il museo più idoneo a ricevere questa importante assegnazione, in un contesto che permette di esprimere al massimo i valori storici dell’opera e che ne arricchisce la lettura, favorendo la migliore fruizione. La Carrara, che già dispone di 10 opere di Cesare Tallone, ha formalmente accettato di esporre la tela a partire dal 2021, anno in cui il dipinto, in occasione dell’allestimento Una storia meravigliosa, ha fatto il suo ingresso in sala 26 dove tuttora è esposto.
Cesare Tallone, pittore di origine savonese, ebbe grande successo in Lombardia e in particolare coltivò uno stretto rapporto con la città di Bergamo e la Carrara, ottenendo nel 1885 la cattedra presso la Scuola di Pittura, avviandone un profondo rinnovamento dei metodi d’insegnamento. Qui conobbe Carlo Ferrari, definito dallo stesso Tallone «uno dei suoi migliori allievi», con il quale instaurò anche un significativo legame di amicizia. Un sodalizio fondato su un’analoga pittura di naturalezza e di umanità nella rappresentazione dei soggetti, oltre che sulla predilezione per le tonalità calde per la plasticità delle pose e per il risalto chiaroscurale di luce e ombre.
Nella tela data in comodato alla Carrara, Carlo Ferrari è ritratto in veste di pittore, con la tavolozza appena accennata in mano, sulla soglia dei trent’anni. L’opera rappresenta uno dei migliori esempi della ritrattistica di Tallone per la sua spiccata aderenza al vero, sia nella resa del camice del pittore, sia nell’acceso incarnato del volto, oltre che per la pennellata rapida e sciolta, memore della lezione di Velázquez, al quale il maestro viene spesso accostato. Il dipinto rappresenta non solo una delle testimonianze più emblematiche della maestria raggiunta dal pittore nel campo della ritrattistica ma anche un prezioso documento per ricostruire il milieu culturale bergamasco dell’epoca, in quel desiderio di rinnovamento e di ricerca di nuovi modelli pittorici più sensibili al colore e alla luce e maggiormente attenti al quotidiano.
nota biografica Cesare Tallone
Cesare Tallone nasce a Savona nel 1853. Artista dalla solida formazione accademica, dopo l’esordio nelle vesti di pittore storico, si è imposto rapidamente come uno degli ultimi grandi interpreti del ritratto. Nel 1885, a soli trentadue anni, vince il concorso per la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti G. Carrara, tra Ottocento e Novecento, impostando il suo insegnamento su un confronto diretto con il vero e la realtà naturale. L’arrivo del giovane ma già celebre pittore a Bergamo è senza dubbio un momento di svolta nella storia artistica cittadina. A Bergamo, Tallone rimane fino al 1899 per poi trasferirsi a Milano, dove è nominato professore di pittura e nudo all’Accademia di Brera e dove la sua fama di ritrattista si consolida definitivamente. Muore a Milano nel 1919.
Tra i compiti molteplici delle Direzioni regionali Musei ce n’è uno “connettivo”, di supporto e incentivo alla crescita di reti. Si può fare rete in molti modi, alcuni ovvi e quasi convenzionali, altri meno: il comodato del Ritratto del pittore bergamasco Carlo Ferrari di Tallone alla Carrara è uno tra questi ultimi. Si inserisce infatti in una serie ormai significativa che ha visto opere diverse (tele, cornici, monete) acquistate dal MiC per la Direzione lombarda e depositate, ad esempio, presso i Musei Civici di Milano e Pavia; una prestigiosa suite di Mollino affidata alla Triennale; il ritorno a casa di un dipinto proveniente da Santa Giulia affidato perciò a Fondazione Brescia Musei. Al di là delle appartenenze giuridiche lo scopo finale è la possibilità di fruizione da parte dei visitatori, nel migliore contesto possibile. Per questo ritengo sia una strada da perseguire.
Emanuela Daffra direttore regionale Musei Lombardia
Alla guida dell’Accademia Carrara, dopo la quarantennale direzione di Enrico Scuri, Cesare Tallone giunge a Bergamo nel 1885 nel cuore della propria parabola artistica, dedicandosi a innovare profondamente la scuola di pittura bergamasca. In questo periodo riceve le attenzioni di Pellizza da Volpedo, di quindici anni più giovane, che si recherà a Bergamo per conoscerlo e tessere con lui un’amicale relazione artistica. La Carrara dispone nelle sue raccolte di dieci dipinti di Tallone che bene illustrano la sua attività ritrattistica. La generosa assegnazione del dipinto in comodato d’uso si deve al MiC e alla Direzione regionale Musei Lombardia. L’ingresso dell’opera, che fa seguito a quella del magnifico Ritratto di gentiluomo di Fra Galgario del 2020, conferma ancora una volta la grande attenzione culturale riservata al museo, arricchendo le collezioni della Carrara di una tela di qualità che ritrae il pittore Carlo Ferrari, attivo sulla scena artistica del periodo, e sottolineando la forte relazione tra museo e scuola. Il recente intervento di restauro, condotto da Antonio Zaccaria, restituisce il ritratto in tutto il brio pittorico, l’energia e la libertà della pittura di Cesare Tallone.
M. Cristina Rodeschini direttore Accademia Carrara