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“A macchia d’olio” – Grotte di Catullo

Progetto educativo per la scuola secondaria di secondo grado

A cura dei Servizi educativi della Direzione regionale Musei Lombardia

Il progetto educativo nell’era del Covid-19

La ripresa dell’attività di manutenzione dell’oliveto storico delle Grotte di Catullo e la conseguente produzione di olio, obiettivi di valorizzazione del sito museale, sono stati gli elementi che hanno dato origine al progetto educativo A macchia d’olio, legato all’Alternanza scuola-lavoro e da poco conclusosi.

A macchia d’olio nasce come co-progettazione che ha coinvolto da una parte la Direzione regionale Musei Lombardia con i Servizi educativi guidati da Valentina Cane e con le altre professionalità che ne fanno parte: Flora Berizzi, Giordana Campanella, Luisella Lupano, Carla Veramessa, Raffaella Baruffa, Donato Pangrazio, insieme a coloro che collaborano nella gestione dell’oliveto, ovvero l’agronomo incaricato Nicola Castoldi e gli agrotecnici della cooperativa La Cascina di Desenzano del Garda; dall’altra parte i docenti di tre Istituti scolastici del territorio: Nicola Guarino, Giovanni Scalise e Daniela Cima dell’I.I.S. V. Dandolo di Lonato del Garda (BS); Giovanni Bartoli, Franco Vigna e Pierluigi Guainazzi dell’I.P.S.E.O.A. C. de’ Medici di Desenzano del Garda (BS); Sabina Fadabini e Lucia Turra del Liceo di Stato G. Bagatta di Desenzano del Garda (BS).

Una pluralità di saperi, dunque, che ha portato un gruppo di 38 studenti che hanno aderito volontariamente e appartenenti a istituzioni scolastiche molto differenti tra loro a lavorare insieme per produrre un risultato comune tramite la messa a disposizione di competenze differenti e attraverso lo sviluppo di un tema, quello dell’oliveto storico, di per se stesso caratterizzato dall’interdisciplinarità.

    

Produzione finale sono stati sei pannelli informativi in italiano e sei pannelli informativi in inglese che raccontano l’olivo, l’olio e l’oliveto storico dal punto di vista storico, agronomico e alimentare e che resteranno nell’apparato esplicativo a disposizione dei visitatori delle Grotte di Catullo. La scelta della tipologia di materiale da produrre nasce dalla necessità di far conoscere al pubblico una componente poco nota del contesto archeologico delle Grotte, spesso subordinata all’evidenza dei resti archeologici o al fascino del paesaggio, nonostante il suo intimo intrecciarsi con i resti della villa romana. Fino ad oggi è dunque mancato materiale informativo che raccontasse al pubblico l’oliveto, che spiegasse ai visitatori come esso dialoghi con la storia, con l’archeologia, con il mito, con la religione, con l’alimentazione e, non ultimo, che raccontasse ciò che stiamo facendo e faremo per salvaguardarlo.

Per giungere a questa produzione gli studenti hanno partecipato attivamente a una prima fase di formazione che si è svolta in parte presso le tre sedi scolastiche, in parte in situ. La formazione ha cercato di coprire ogni ambito disciplinare toccato dall’argomento “oliveto” ed è stata caratterizzata, in ognuna delle sue fasi, da una dimensione laboratoriale, per favorire negli studenti l’operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione.

La formazione ha previsto le seguenti fasi:

  • una formazione scientifica agronomica curata dall’agronomo che ha accompagnato gli studenti sul campo offrendo loro la possibilità di vedere, toccare e sperimentare quanto appreso;

    

  • una formazione legata alla trasformazione delle olive a prodotto alimentare, tramite visita al frantoio San Felice nell’omonima località gardesana;

    

  • una formazione storico-archeologica curata dall’archeologo che ha condotto gli studenti alla conoscenza delle procedure antiche di produzione dell’olio, delle quali possediamo esempi nel territorio gardesano;

    

  • una formazione storica locale tramite la raccolta di documenti presso la cittadinanza sirmionese con interviste dirette alla generazione che ricorda la vita dell’oliveto prima dell’esproprio dell’area archeologica;
  • una formazione legata alla comunicazione museale curata dal funzionario per la promozione e comunicazione attuata attraverso l’analisi di esempi pratici di pannellistica efficace e non, basati sui contenuti delle linee guida del MiBACT sulla comunicazione e grafica museale.

    

Ampio spazio è stato riservato al tema della cittadinanza e Costituzione. Gli studenti hanno potuto confrontarsi con il dettato dell’art. 9 della Costituzione e hanno appreso come gli enti facenti parte del nostro ordinamento costituzionale operino per la sua concretizzazione, maturando altresì – in stretta relazione con le attività svolte dalle istituzioni scolastiche – competenze importanti per una vita civile attiva e responsabile.

Grande attenzione è stata inoltre dedicata a civiltà diverse da quella occidentale: ne sono stati scoperti legami con la nostra attraverso la storia e l’archeologia, individuando un ambito comune proprio nei temi dell’olivo e dell’olio trattati esaminando testimonianze sia materiali sia immateriali.

Terminata questa fase formativa è insorta l’emergenza sanitaria nazionale legata al Covid-19.

È possibile proseguire un progetto educativo fondato sullo scambio diretto e con una forte componente plurisensoriale in una situazione così complessa? A distanza, con la collaborazione degli studenti, dei docenti e dell’équipe di progetto, si può.

È stata da subito utilizzata la piattaforma Classroom, sulla quale è stato periodicamente caricato il materiale bibliografico. La collaborazione dei docenti ha permesso agli studenti di proseguire nella fase successiva prevista dal progetto, ovvero la ricerca individuale, per l’approfondimento delle tematiche legate alle competenze scolastiche specifiche. Per forza di cose, tale momento si è sviluppato in assenza dei servizi bibliotecari necessari.

La piattaforma stessa ha consentito agli studenti di condividere con i colleghi degli altri istituti scolastici alcuni brevi approfondimenti realizzati in forma di presentazioni PowerPoint con audio.

Gli alunni dell’istituto alberghiero hanno applicato le proprie conoscenze alimentari e organolettiche legate all’olio ideando ricette originali; gli alunni dell’istituto agrario hanno formato i coetanei sugli aspetti “scientifici” dell’oliveto; gli alunni del liceo hanno infine condiviso conoscenze legate alla storia, alla religione, al mito.

Il progetto è proseguito a distanza anche nella fase più fattiva. Le competenze così acquisite dagli studenti sono state tradotte in testi caratterizzati da un linguaggio adatto alla comunicazione museale e in linea con le indicazioni del MiBACT. Da qui sono nati, a seguito di un fitto scambio di idee e di aiuto reciproco reso molto più difficile dalla distanza, i pannelli informativi, oggetto al momento di una preview accompagnata da un video creato dai ragazzi per raccontare come hanno vissuto il progetto nelle due diverse fasi in cui esso si è articolato (visibile al link: https://museilombardia.cultura.gov.it/news/a-macchia-dolio/).

I pannelli informativi hanno assunto una veste grafica grazie al contributo del grafico della Direzione regionale, intervenuto nel rispetto delle idee suggerite dai ragazzi stessi, e rimarranno nella dotazione del museo.

Durante la presentazione della produzione al pubblico, in programma non appena le condizioni sanitarie nazionali e le norme di contenimento lo consentiranno, l’istituto alberghiero metterà in scena un banchetto dedicato al tema. In questa occasione, che si svolgerà in forma di convegno, saranno gli studenti stessi a presentare il lavoro svolto, alternandosi ai docenti e alle figure professionali che sono state attori e attrici della co-progettazione.

La partecipazione al convegno, aperta a tutti, costituirà per i docenti titolo ai fini dell’aggiornamento professionale, in quanto la Direzione regionale Musei Lombardia è soggetto accreditato per la formazione (art. 1, comma 5 – Direttiva MIUR 170/2016).

L’esperienza di conoscenza diretta ed emotivamente coinvolgente che è alla base di A macchia d’olio è stata senza dubbio un’importante occasione per formare quello che sarà il nuovo pubblico sensibile, attento, consapevole e critico verso il nostro patrimonio culturale immenso e diramato.

Ecco qui spiegato il perché del titolo che abbiamo dato al nostro progetto, nel quale competenze e abilità si muovono da una disciplina all’altra e da un’istituzione scolastica all’altra, favorendo il dialogo fra le stesse, ma fornendo anche agli studenti una “attrezzatura” permanente, da utilizzare in altri contesti.

Un simile dialogo è fondamentale “per lo sviluppo armonioso della personalità e per la formazione di una persona e di un cittadino capace di esprimersi con modalità diverse, di fruire in modo consapevole dei beni artistici, ambientali e culturali, riconoscendone il valore per l’identità sociale e culturale e comprendendone la necessità della salvaguardia e della tutela” (Indicazioni nazionali e nuovi scenari – MIUR 2018).