Museo Archeologico Nazionale della Lomellina
Vigevano
Eventi
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Disegnare l'archeologia. Un incontro con Remo Rachini
Il Museo
Il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina raccoglie reperti archeologici di diverse epoche provenienti dal territorio lomellino, all’interno dei suggestivi spazi del Castello Sforzesco di Vigevano.
La Storia
Il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, nato con l’obiettivo di raccogliere il patrimonio archeologico del territorio, prima disperso in piccoli musei locali e magazzini della Soprintendenza, e favorirne la fruizione da parte di un vasto pubblico, è ospitato negli spazi della cosiddetta “terza scuderia” del Castello e nei locali a essa annessi.
La creazione di un museo archeologico avvenne in tappe successive: inaugurato nel 1998, con un primo allestimento degli spazi, fu ampliato nel 2006 con altre tre sale e nel 2018 con l’apertura del salone a lato della scuderia.
L'Edificio
Il primo documento che attesta l’esistenza di un castrum a Vigevano è del 936 d.C.: si trattava probabilmente di una fortificazione precaria, che nei secoli successivi assunse consistenza e solidità. Intorno al 1340, Luchino Visconti, primo signore di Vigevano, avviò la costruzione del Palazzo che fu poi ampliato dai suoi successori. Nel 1471 Galeazzo Maria Sforza affidò a Maffeo da Como la realizzazione delle scuderie, poste sul lato ovest del cortile. Fu però Ludovico il Moro ad attuare gli interventi più consistenti, a cui collaborarono artisti di fama, tra cui Donato Bramante. Il Moro fece chiudere il cortile e aggiungere l’ultima scuderia, adiacente alla torre, riformò le facciate degli edifici con una decorazione a finta architettura e realizzò la piazza, concepita come corte d’onore.
Dopo la caduta degli Sforza, il Castello perse le sue caratteristiche di residenza signorile fino a trasformarsi, nell’Ottocento, in Caserma (e tale rimase fino al 1968).
La Collezione
Il percorso si snoda nelle diverse sale in ordine cronologico. La sala I ospita la documentazione relativa all’età preistorica e protostorica. La seconda sala espone i corredi funerari di età romana (fine I secolo a.C. – II secolo d.C.). La terza sala espone oggetti relativi agli abitati e alla vita quotidiana, mentre la quarta raccoglie manufatti di epoca tardo antica e altomedioevale (III – VII secolo d.C.).
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Corredo maschile da Gambolò
All’interno dell’urna decorata coperta da una ciotola è stato rinvenuto un ricco corredo appartenente sicuramente a un personaggio d’alto rango, data la grande concentrazione di bronzi. Si tratta di oggetti decorativi tra cui spilloni fermavesti, anelli, frammenti di cintura (anelli e pendagli), armille e collari.
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Vetri
Nei corredi tombali (soprattutto femminili) di età romana sono stati rinvenuti diversi recipienti in vetro soffiato, prevalentemente databili al I secolo d.C. Di forma elegante e piacevoli nei colori, erano utilizzati per diversi scopi, sia come contenitori di cibi e liquidi che come boccette per profumi, unguenti e balsami.
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Tomba del guerriero
Il corredo di questa tomba, proveniente dalla necropoli di Valeggio, presenta elementi che caratterizzano il defunto come guerriero, tra cui una spada ancora racchiusa nel fodero, la punta di una lancia, i resti di uno scudo e un coltello. A questi si aggiungono: utensili da toeletta (rasoio e pinzette in bronzo), recipienti in ceramica grezza e una moneta in argento.
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Statuetta del vignaiuolo
Queste statuette, realizzate a stampo e talvolta dipinte, compaiono nei corredi funerari della Lomellina, tra l’età augustea e la metà del I secolo d.C. Qui è raffigurato il vignaiuolo con la roncola e un grappolo d’uva, simbolo del legame del defunto con il mondo terreno e immagine di vita quotidiana.
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Tesoretto di Antoniniani dalla località Morsella
Il tesoretto è costituito da circa 1.400 antoniniani, monete della fine del III secolo d.C. Rinvenute nel 1978 durante l’aratura di un campo, erano interrate insieme ad un’olla fittile che originariamente le conteneva.
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Vaso longobardo
La brocchetta in argilla è decorata sul collo con un sottile reticolo dipinto e sulla spalla con motivi geometrici impressi con un punzone. Questo vasellame, tipicamente longobardo, rimase in uso fino al VII secolo d.C.
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Collezione Strada
Si tratta di una collezione di più di 250 reperti appartenenti ad un arco cronologico che va dalla preistoria all’età rinascimentale, ma particolarmente ricca in relazione all’età della romanizzazione della Lomellina (II – I secolo a.C.) e alla prima epoca imperiale (I – II secolo d.C.), raccolti da Antonio Strada (1904 – 1968), ispettore onorario alle antichità e ai beni librari per la Lomellina. Per la maggior parte rinvenute a seguito di lavori agricoli, sono testimonianze che quasi certamente provengono da corredi funerari e il loro stato di conservazione è in molti casi eccellente. La raccolta comprende ceramiche di uso comune, terrecotte figurate, oggetti d’ornamento, utensili di metallo, vetri.
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Coppa di Aristeas
Tra gli oggetti in vetro della Collezione Strada spicca un pezzo eccezionale nella produzione vetraria del primo secolo dopo Cristo: una coppa in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, unico esemplare integro tra i pochissimi a noi noti, cinque in tutto, dal maestro vetraio Aristeas.
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Collezione Strada - I vetri
I vetri costituiscono il materiale distintivo della collezione Strada. Tra questi si distinguono, per integrità e qualità, anche la pisside in vetro blu e l’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco.
Indirizzo
Piazza Ducale, 20
27029 Vigevano
Proprietà
Ente MiC
Tipologia
Museo, galleria non a scopo di lucro e/o raccolta
Informazioni
Direttore: Stefania Bossi
+39 0381 72940
drm-lom.archeovigevano@cultura.gov.it
Carta dei servizi
Planimetria