Palazzo Besta
Teglio
Eventi
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Il Museo
Palazzo Besta è uno splendido esempio di palazzo rinascimentale: i suoi interni sono decorati con cicli di affreschi a soggetto biblico, mitologico e storico risalenti al Cinquecento. Sono presenti anche quattro caratteristiche stüe valtellinesi. Il piano terreno ospita l’Antiquarium Tellinum, raccolta di stele incise dell’Età del Rame.
La Storia
Il Palazzo fu edificato, inglobando edifici preesistenti, a partire dalla seconda metà del Quattrocento per volere di Azzo I Besta, che però morì nel 1508, prima del completamento dell’opera. Furono quindi il figlio Azzo II e la moglie Agnese Quadrio a dare impulso alla decorazione pittorica e a trasformare il Palazzo in una corte rinascimentale che ospitò artisti, letterati e filosofi. Il Palazzo rimase della famiglia Besta fino al 1726. A fine Ottocento la proprietà fu frazionata tra diverse famiglie e trasformata in casa colonica. Fu acquistato dallo Stato italiano nel 1911 e aperto al pubblico come Museo dal 1927.
L'Edificio
La facciata principale è articolata su due piani, separati da un’alta fascia decorata a losanghe. L’ingresso avviene tramite un elegante portale rinascimentale in pietra che conduce a un cortile quadrato, vero cuore del palazzo, circondato da due ordini di arcate sorrette da colonne. Il loggiato superiore è affrescato con episodi tratti dall’Eneide. La Sala della Creazione ospita invece un ciclo di affreschi con storie della Genesi. Al secondo piano del Palazzo sono collocati due cicli di affreschi staccati e una stüa rinascimentale, provenienti da tre diverse dimore valtellinesi.
Al piano terra è allestito l’Antiquarium Tellinum, una raccolta di stele preistoriche incise, attribuite all’Età del Rame (III millennio a.C.) e rinvenute, a partire dal 1940, in varie località del territorio di Teglio.
Il patrimonio
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Salone d’onore – ciclo ariostesco
Al primo piano si trova il Salone d’onore, un vasto ambiente decorato con ventun episodi tratti dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Sulla cornice che corre lungo il bordo inferiore del fregio sono scritti, con lettere dorate, alcuni motti latini tratti dagli Adagia di Erasmo da Rotterdam, a commento delle scene. In corrispondenza delle lunette che scandiscono la volta sono raffigurati ritratti di uomini e donne illustri.
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Salone d’onore - Astolfo in volo verso la luna
Gli episodi, presentati in un ordine che non sempre rispetta la trama, e i motti latini associati fanno sì che il ciclo non sia solo una mera narrazione. Sono sottesi significati ulteriori come l’esortazione alla virtù, la condanna del vizio, l’elevazione spirituale e il rapporto tra i cieli e la terra. L’ultimo riquadro raffigura una scena tratta dal Canto XXXIV del poema, in cui Astolfo, accompagnato da san Giovanni, vola verso la Luna per recuperare il senno perduto del paladino Orlando, impazzito per amore di Angelica.
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Sala della Creazione - la creazione di Eva
La sala, al primo piano del Palazzo, prende il nome dagli affreschi con Storie della Genesi, in sette riquadri sul soffitto. Nelle dodici lunette sono raffigurate invece le Storie dei progenitori e le Storie di Noé. Nel complesso programma iconografico spicca l’assenza della rappresentazione di Dio, a riflettere il delicato rapporto tra la cultura cattolica e quella protestante. Con ogni probabilità il ciclo di affreschi fu realizzato in seguito al matrimonio (1576) di Carlo I Besta con Anna Travers, di religione riformata.
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Sala della Creazione – Il Planisfero
A testimonianza dell’interesse della famiglia Besta per le coperte geografiche e la cartografia, sulla volta della Sala, accanto alle scene della Creazione, è affrescato un planisfero “pallioforme” – ovvero circondato da una cornice che lo avvolge come un mantello (pallio) – che descrive il mondo conosciuto alla metà del Cinquecento. Questo si basa sulla Weltkarte, stampa pubblicata per la prima volta nel 1558 dal cartografo e matematico renano, Caspar Vopell.
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Sala della Creazione - Lo Zodiaco
Nei riquadri della volta, sopra il caminetto, sono raffigurati l’emisfero boreale e l’emisfero australe, con i segni dello zodiaco e le costellazioni.
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La Dea Madre
Tra le stele conservate nell’Antiquarium Tellinum si segnalano per importanza le tre in granito del III millennio a.C., trovate nel 1940 a Càven, nel territorio di Teglio, contrassegnate la prima e la seconda dal disco solare, da pugnali e figure di cervidi con chiaro riferimento al mondo della caccia. Sulla terza invece è incisa una figura antropomorfa dai tratti femminili probabilmente associata alla Dea Madre, immagine di fecondità.
Indirizzo
Via F. Besta, 8
23036 Teglio
Proprietà
Ente MiC
Tipologia
Architettura civile
Informazioni
Direttore: Giuseppina Di Gangi
+39 0342 781208
drm-lom.palazzobesta@cultura.gov.it
Carta dei servizi
Planimetria